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Quando i superpoteri non bastano: la conservazione dei pipistrelli tra ricerca e divulgazione

Bat_cave_in_El_Maviri_Sinaloa-Mexico

14 aprile 2025

Scopriamo assieme chirotteri, un gruppo di mammiferi estremamente diversificato con peculiari adattamenti e ancora molti aspetti da esplorare.

Ne abbiamo parlato in occasione del terzo incontro dei Talk biodiversi con Adriano Martinoli, professore ordinario di zoologia presso l’Università degli Studi dell’Insubria e Claudio Torboli, naturalista di Albatros srl da anni impegnato nello studio di questi animali.

Risalgono a poco più di 50 milioni di anni fa i primi antenati dei pipistrelli”, racconta Martinoli, “e la cosa particolare è che questo gruppo di animali ha mantenuto la sua forma e le sue caratteristiche per un tempo lunghissimo che non ha eguali negli altri mammiferi”.

Continua…

Ma quali sono queste caratteristiche?

Partiamo dalla struttura che permette all’animale di volare attivamente: sono leggeri e di piccole dimensioni; hanno ali di forme diverse che permettono di compiere lunghe migrazioni così come di cimentarsi in voli acrobatici all’interno di un bosco; hanno evoluto un sistema immunitario in grado di contrastare i radicali liberi prodotti dal sostenuto metabolismo, caratteristica che permette loro di essere estremamente longevi (il più longevo è vissuto in natura per più di 41 anni!) e particolarmente resistenti alle malattie. Non da ultimo la capacità di emettere ultrasuoni per cacciare, orientarsi e comunicare anche nella completa oscurità grazie all’ecolocalizzazione.

Un sistema decisamente efficiente che permette di catturare fino ad un migliaio di prede a notte” spiega Torboli. “Usano le onde sonore da loro emesse come un radar: gli echi delle onde che rimbalzano contro oggetti o prede vengono interpretati per capire dove stanno andando o cosa possono mangiare”.

Proprio come il loro stile di vita, anche il ciclo annuale dei pipistrelli presenta interessanti peculiarità. “I pipistrelli sono animali gregari e sociali e questo li porta a una precisa organizzazione tra maschi e femmine nei diversi periodi dell’anno” racconta sempre Torboli. “All’arrivo della primavera, con l’innalzarsi della temperatura, escono dal letargo e dai loro rifugi invernali; i maschi si allontanano per conto loro mentre le femmine si muovono verso i luoghi di nursery, dove partoriranno, allatteranno e alleveranno i piccoli rimanendo in gruppi anche molto numerosi”.

Continua Martinoli: “l’autunno è un altro momento molto importante. A partire da fine agosto le colonie si disgregano, in un fenomeno che prende il nome di sciamatura: per un periodo determinato di tempo, che può andare da pochi giorni ad un massimo di due settimane, frequentano particolari siti in cui si riuniscono colonie diverse della stessa specie. Queste riunioni possono avere uno scopo riproduttivo, ma probabilmente questa riunificazione serve anche per trasferire delle informazioni ai giovani che migrano e vanno in letargo per la prima volta”.

Temperature e disponibilità di cibo determinano poi il periodo del letargo che avviene in particolari siti chiamati hibernacula dove i piccoli mammiferi si “spengono” rallentando al massimo il loro metabolismo fino alla primavera successiva.

Studiare questi animali e seguirli nei loro spostamenti non è semplice: hanno vita notturna, frequentano luoghi spesso inaccessibili e il disturbo antropico potrebbe comprometterne la sopravvivenza in fasi molto delicate come il letargo o lo svezzamento.

Come si studiano quindi i pipistrelli?La tecnologia ci viene in aiuto spiega Torboli. “Per studiarli uno degli strumenti utilizzato è chiamato Bat detector; esso capta gli ultrasuoni prodotti, li trasformai in un suono udibile e li analizza in tempo reale permettendo di arrivare all’identificazione di un buon numero di specie”.

Così, in una prima fase esplorativa, si può capire chi vive in una determinata zona e come quella zona viene utilizzata dai pipistrelli. Oltre al Bat detector vengono utilizzate anche Termocamere, telecamere a infrarossi e reti del tutto simili a quelle utilizzate per studiare gli uccelli in migrazione.

Ma perché studiare i pipistrelli? L’obbiettivo è quello di conoscere questi animali per garantirne la conservazione. I pipistrelli sono infatti considerati specie prioritarie da tutelare ma, nonostante questo, non godono di ottima salute e, nella quotidianità, sono ancora troppo spesso soggetti a pregiudizi che portano ad abbattimenti e alla riduzione drastica dei siti di svernamento e riproduzione. La vera partita della conservazione si gioca proprio in ambiente antropizzato, con quelle specie che sono più propense a frequentare zone abitate e a fare degli spazi umani, preziosi siti di sopravvivenza.

Cosa può fare la cittadina e il cittadino per contribuire alla conservazione di questi preziosi mammiferi? Laddove possibile, installare una Bat box: un apposito rifugio artificiale per favorire la colonizzazione da parte di alcuni pipistrelli. Informarsi e appassionarsi sull’argomento e, perché no, diventare parte attiva nella raccolta dei dati o nel segnalare eventuali situazioni critiche o delicate.

Per quanto riguarda il Trentino, il MUSE stesso sta portando avanti un progetto di Citizen Science dedicato a chi vuole saperne di più e ha la necessità di informarsi, segnalare e rendersi parte attiva a favore di questi straordinari animali.

  • Scopri il progetto

Guarda la conferenza dedicata ai pipistrelli

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Articolo di

Elisabetta Filosi
Ufficio programmi per il pubblico, MUSE
Mediazione culturale

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