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Mammiferi e Covid-19: come hanno risposto ai cambiamenti dell’attività umana?

Una ricerca internazionale ne indaga il comportamento negli anni della pandemia

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Su Nature, link allo studio: https://www.nature.com/articles/s41559-024-02363-2

Sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Nature Ecology and Evolution i risultati di uno studio condotto a scala globale che ha analizzato l’impatto dei cambiamenti delle attività umane indotte dalla pandemia da COVID-19 (tra il 2019 e il 2021) sulle abitudini dei mammiferi selvatici. Gli effetti osservati variano a seconda del contesto ambientale, alle dimensioni e alla dieta delle specie studiate ma in generale si è osservato che al ritorno dell’attività umana dopo i lockdown negli ambienti naturali più integri i mammiferi hanno ridotto la loro attività evitando le persone, mentre negli ambienti più antropizzati sono risultati più attivi, ma anche più notturni. I grandi carnivori, inoltre, sono risultati i più sensibili ai cambiamenti dell’attività umana.

Lo studio ha coinvolto più di 220 ricercatrici e ricercatori in 21 paesi, incluse 5 istituzioni italiane (MUSE – Museo delle Scienze, FEM – Fondazione Edmund Mach, Università di Firenze, Università di Siena e ISPRA), e ha indagato l’attività di 163 specie di mammiferi con l’utilizzo di oltre 5 mila foto-trappole, per lo più dislocate nell’emisfero settentrionale del globo.

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“Le restrizioni alla mobilità delle persone – evento unico nel suo genere – hanno consentito a zoologi ed ecologi di studiare come gli animali rispondono a cambiamenti drastici e rapidi del numero di persone nel loro habitat”, ha affermato il primo autore dello studio, il professor Cole Burton dell’università canadese della British Columbia. Burton afferma inoltre: “Ciò che abbiamo riscontrato non è una risposta uniforme degli animali a questi cambiamenti, ma piuttosto la variazione degli effetti in base alla tipologia di ambiente e all’ecologia dei mammiferi studiati, al paesaggio e alla posizione della specie nella catena alimentare”.

I grandi carnivori e i grandi onnivori (come l’orso e il cinghiale) sono risultati i più sensibili alle variazioni della presenza umana legate alle restrizioni COVID-19: i grandi carnivori hanno mostrato una marcata tendenza ad evitare le persone quando sono ritornate a frequentare le aree naturali, mentre i grandi onnivori hanno mostrato una riduzione della loro attività alla ripresa della presenza umana in contesti urbani e suburbani.

Puma, Nordamerica

Lince, Nordamerica

Alce, Nordamerica

Orso bruno, Trentino Alto Adige

Camoscio, Trentino Alto Adige

Capriolo, Trentino Alto Adige

Lupo grigio, Trentino Alto Adige

Per leggere il comunicato stampa completo scrivi a media@muse.it o compila il form

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