Vai al contenuto

Un MUSE tutto da “toccare”

Muse_ObiettivoAccessibilita_Dic23_MichelePurin_Web_82

24 novembre 2023

Giorgio Caporale, maestro artigiano varesino e fondatore del Museo Tattile di Varese, non ha dubbi: “Realizzare il modellino in legno del MUSE è stata in assoluto l’impresa più bella e difficile della mia carriera professionale”. Nel suo laboratorio, da oltre 35 anni, l’artista realizza modelli per l’architettura in legno, seguendo la tradizione dei modellisti rinascimentali. Una tipologia di lavorazione molto antica.

L’ultimo progetto che gli è stato commissionato è il modello tattile del MUSE – Museo delle Scienze di Trento, dal 3 dicembre in bella vista all’entrata del museo. L’opera è “accessibile” anche a tutte le persone cieche o ipovedenti che, attraverso il tatto, potranno conoscere la particolare architettura dell’edificio disegnato da Renzo Piano. Ecco come è andata.

Quando ha iniziato a realizzare plastici? Da dove nasce questa passione?

È da più di 35 anni che realizzo questi modelli: una passione nata in maniera curiosa grazie a un compagno di liceo che mi chiese una mano per un progetto di educazione artistica. Professionalmente sono cresciuto in bottega, in un laboratorio di Varese, dove mi sono subito avvicinato ai modelli di architettura in legno, tecnica che ha radici nella tradizione del grande modellismo rinascimentale. A quel tempo il modello serviva per mostrare a committenti e mecenati, ma anche agli operari chiamati a realizzarlo, come sarebbe dovuto diventare l’edificio e per risolvere eventuali problemi costruttivi. Ho lavorato per i più grandi architetti d’Europa: da Giorgio Grassi ad Aldo Rossi, a Ignazio Gardella.

La sua ultima opera è il modellino tattile del MUSE. Quali sono state le emozioni e le principali difficoltà nel realizzarlo?

Il modellino del MUSE è stato il più complesso della mia carriera. Durante la realizzazione ho provato un’emozione straordinaria, sia per il fatto che si tratta di un edificio meraviglioso sia per l’esperienza esaltante a livello professionale: in assoluto la sfida più bella e difficile della mia vita lavorativa. È come costruire l’edificio fisico vero e proprio: i problemi costruttivi e le soluzioni strutturali sono gli stessi. A tutto ciò si aggiunge la funzione tattile e di spiegazione: il modello deve essere perfettamente in scala e aderente al progetto. Il “mini” MUSE misura 166×60 centimetri, con un’altezza di 38 cm, ed è realizzato in legno di cirmolo, castagno, toulipier, larice. Cinque i mesi di lavoro.

Stimo moltissimo Renzo Piano: spero che un giorno possa vedere questo modello.

Lei, grazie alla sua arte, riesce a far conoscere musei, monumenti e opere d’arte a persone cieche o ipovedenti. Cosa vuol dire per lei accessibilità?

Significa trovare una chiave di semplificazione per raccontare architettura e bellezza. Per me accessibilità vuol dire utilizzare un linguaggio universale, a 360 gradi, che serve anche a chi non ha competenze specifiche: le mie opere sono per tutte e tutti. Ho intrapreso la strada dei modelli tattili in legno per raccontare in modo puntuale ma sempre accessibile l’architettura. Si tratta di una strada complicata che richiede studio continuo ma che regala sempre grandi soddisfazioni.

Tommaso Gasperotti
Relazioni istituzionali e ufficio stampa
Ufficio stampa